VALERIANA
  • ->Home Page Anagen.net ->Indice fitoterapia ->Shop on-line tutti i prodotti

  • La Valeriana comune è una pianta a fiore appartenente alla famiglia delle Valerianacee.

    Il nome botanico si deduce dal latino valere (rigoroso, sano).

    Il nome popolare, erba dei gatti, proviene dal fatto che la pianta fresca esercita un'attrazione di tipo "stupefacente" sui gatti ed è forse questo il motivo per il quale, pur essendo decorativa, la si incontra raramente nei giardini.

    La V.officinalis predilige gli ambienti freschi ed umidi e cresce ai margini dei boschi e nei prati ombrosi fino ad una altitudine di 1400 metri.

    Tutte le specie di valeriana contengono olii essenziali e alcaloidi. Si usa la radice della pianta che però ha un odore sgradevole. Possiede proprietà sedative e calmanti, favorendo il sonno.

    E' utilizzata in stati di agitazione, difficoltà di origine nervosa nell'addormentarsi.

    Non va sottoministrata a bambini sotto i 6 anni o a donne in stato di gravidanza o allattamento.

    Con alte dosi può portare: mal di testa, nausea, vomito, vertigini, offuscamento della vista.

    Il parere della medicina popolare non è esatto, in quanto si tratta proprio di un sedativo centrale e non di un ipnotico. Significa che non impedisce l'attenzione e altre funzioni di veglia. Può quindi essere usato anche durante il giorno senza rischio di addormentarsi, in caso di guida, durante un esame.

    Usato per facilitare il sonno non ha i classici effetti degli ipnotici e quindi non provoca pesantezza mentale al risveglio.

    I principi attivi solitamente rilevati nelle radici e nel rizoma sono: olio essenziale (acido valerenico e borneolo fra i monoterpeni e valeranone tra i sesquiterpeni), iridoidi (valepotriati), tannini, lignani (idrossipinoresinolo), alcaloidi (actinidina), aminoacidi liberi (acido gamma-aminobutirrico o GABA, tiroxina, arginina, glutamina).

    La standardizzazione degli integratori commerciali (qualora presente) viene regolata valutando la presenza dell’acido valerenico, il più delle volte allo 0,8%  e tuttavia non minore dello 0,17% .  

    L’efficacia della Valeriana non può però essere attribuita con certezza ad un’unica sostanza in particolare sembra piuttosto dovuta alla radice nella sua totalità (fitocomplesso).

    Studi recenti hanno sottolineato molteplici possibili meccanismi d’azione della Valeriana e dei suoi principi attivi e tra i più importanti citiamo: interazione a livello dei recettori GABA(A) da parte dell’acido valerenico che ricopre il ruolo di particolare modulatore allosterico.

    Modulazione del potenziale postsinaptico neuronale corticale, per attivazione dei recettori GABA(A) e dei recettori A dell’adenosina; inibizione della ricaptazione e della degradazione del GABA; affinità di legame per i recettori della serotonina.

    Gli studi preclinici hanno mostrato una bassa tossicità degli estratti di radice di Valeriana officinalis, sia in acuto sia in dosi ripetute, per un periodo di 4-8 settimane.

    Nell’uomo gli esiti indesiderati provocati da Valeriana officinalis sembrano davvero rari e la U.S. Food and Drug Administration la considera “GRAS” (generally recognized as safe), quindi generalmente sicura.

    Prendendo in considerazione risultati sperimentali, parrebbe che Valeriana officinalis possa dare esiti potenzialmente aggiuntivi alle benzodiazepine.

    Anche se non esistono riprove stabilite dirette, la Valeriana può interagire con alcool, antidepressivi e codeina (aumentando il torpore).

    Valeriana officinalis prolunga e aumenta il sonno suscitato dai sedativi e non dovrebbe quindi essere impiegata specialmente nei giorni che precedono operazioni chirurgiche che prevedono il loro uso.

    Allo stesso modo di  tutte le erbe includenti tannini, l’assunzione di Valeriana in unione ad integrazione di ferro, può limitare l’ assimilazione di quest’ultimo; si suggerisce perciò di separare le due assunzioni di almeno una o due ore.

    Valeriana officinalis è sconsigliata in bambini di età inferiore ai 12 anni. Valeriana officinalis è inadatta in stato interessante, dato che i risultati di laboratorio a tutt’ oggi utilizzabili sono insufficienti e non tutti hanno fornito risposte univoche.

    In via cautelativa, data la mancanza di studi clinici esplicativi, Valeriana officinalis è altresì sconsigliata durante l’allattamento.

    Per eventuali conseguenze negative a livello epatico, la Valeriana è inadatta nei pazienti con problematiche epatiche  pregresse o in atto, ed in pazienti con complicazioni renali.

    Valeriana officinalis è inadatta in individui con allergia conclamata a piante facenti parte alla famiglia della Valeranaceae.

    Il proprio medico dovrebbe sempre essere interpellato prima di assumere la Valeriana se è vigente una delle condizioni seguenti:

    assunzione di altre sostanze sedativo-ipnotiche.

    assunzione di medicinali antiepilettici.

    precedentemente ad un intervento chirurgico che presume l’uso di anestesia con barbiturici.

    stato interessante vero o presunto (anche se si sta programmando di concepire).

    allattamento.

    assunzione regolare di Valeriana officinalis per un ciclo di 2 settimane, in presenza di qualsiasi sintomo che permane e/o si acutizza.

    Valeriana officinalis non deve essere assimilata nelle 2 ore precedenti attività che richiedono concentrazione (prima di disporsi alla conduzione di mezzi di trasporto e antecedentemente all’uso di qualsiasi apparecchiatura o dispositivo tecnico, ecc.).

    Un ottimo prodotto contenente valeriana è Humor.

    Bibliografia minima
    Della Loggia R. (cur); Piante officinali per infusi e tisane. Manuale per farmacisti e medici; OEMF 1993

    Copyright Anagen.net